Brunello Cucinelli è uno dei simboli del moderno Made in Italy, un autentico prodotto creato in Italia cogliendo l’essenza dell’eccellenza sartoriale artigiana; niente delocalizzazione, dunque, ma salde radici nel territorio hanno fatto e continuano a fare dell’azienda una vera punta di diamante del panorama tricolore in tutto il mondo. È ed è proprio di un prodotto artigianale che si parla, realizzato in cashmere e dal prezzo proporzionale al suo valore; e il valore è anche quello dei suoi dipendenti, come gli artigiani che possono contare su un trattamento economico degno delle loro abilità.

A farlo conoscere a chi non è avvezzo al mondo della moda o della finanza è stata la trasmissione Report che, dopo l’affair Moncler e l’inchiesta sugli allevamenti di oche ha voluto mostrare il lato positivo dell’imprenditoria Made in Italy; brand di lusso, rispettoso nel tempo dei pilastri alla base dell’azienda fin dalla sua creazione. Le tradizioni artigianali del passato si sposano con le nuove leve che sono il futuro della manodopera qualificata: ecco perché è nata ormai da diversi anni la Scuola dei mestieri che con i suoi quattro indirizzi, rammendo e riammoglio, taglio e confezione, orticoltura e giardinaggio e arti murarie, puntano alla qualità e alla formazione dei giovani.

Tutto nasce nel 1978 a Castel Rigone, in Umbria: è qui che Brunello Cucinelli fonda il suo marchio omonimo, spostandosi nel 1985 nel castello trecentesco di Solomeo, attuale sede dell’azienda; la scelta è quella di puntare sulla maglieria da donna in cashmere, obiettivo centrato e superato negli anni novanta con la prima linea dedicata all’universo maschile. Dal 2000 in poi, con le collezioni total look uomo/donna prima e l’apertura verso il mondo delle calzature, il marchio si espande diventando uno tra i più importanti sotto la bandiera tricolore; come se non bastasse, nel 2012 arriva anche la quotazione in borsa coronando Cucinelli il re del cashmere.